Fornace per la preparazione dell'ottone (Pirotechnia, p. 21v)

Parlando di una sua visita presso una bottega milanese dove si producevano suppellettili in ottone, Biringuccio descrive la fornace a riverbero impiegata per la produzione di questa lega e per la realizzazione degli oggetti ricavati attraverso fusione: "Haueuano quei mestri ch'io vidi in una gran stanza fatto una fornace longa più che larga assai, e murata di pietre che per lor natura resisteuono a longhi fuochi senza fondere né ancho mai incennerarsi. Et doue entraua il fuocho dentro alla fornace era quasi per tutto un aperto, el corpo d'essa era mezzo o più sotto terra, e di volta era bassa, e da capo e da piei haueua per ogni luocho uno spiraculo, e sopra alla volta haueua due quadri aperti, per li quali si metteua e cauaua li crogioli che contenueuano il rame per tegnere, e di poi con sportelletti di terra commessi li turauano". Descivendo i crogioli per tale operazione, Biringuccio fornisce importanti informazioni sulla tecnica rinascimentale per la preparazione dell'ottone, che allora era conosciuto non come lega rame-zinco, ma come un derivato del rame (rame tinto), il quale veniva fuso insieme alla giallamina, che allora non era conosciuta come minerale di zinco. "E per far l'opera metteuano in ogniun di questi vasi lire vinticinque di rame d'alemagna peloso, rotto in pezzetti piccholi, e tutto il resto del vacuo fin presso a l'orlo a due dita empiuano d'una poluere d'una terra minerale di color gialligna e molto ponderosa, la quale chiamavano giallamina. Et tutto quel resto del crogiolo che avanzaua vacuo empiuano di vetro pesto, e di poi per li sopradetti aperti di sopra gli acconciauano dentro alla volta in sul piano del fondo a due a due, e di poi gli dauan fuocho di fusione hore .XXIIII. e così al fine dopo tal termine trouauano la materia tutta fusa, e quel rame che prima era rosso s'era fatto giallo dolce e bello, e quasi simile per colore a un oro di ventiquatri carati" (Pirotechnia, pp. 19v-20r). A questo punto, la lega fusa veniva colata in apposite "forme" nelle quali era ricavato il maggior numero possibile di stampi, ognuno dei quali era collegato a quelli vicini con appositi canali: " e a ogni pezzo una forma fatto un gitto che porgesse il metallo a tutti gli altri gitti de le forme" (Pirotechnia, pp. 20v-21r), in modo da favorire il passaggio dell'ottone in tutti gli stampi.

Fornace per la preparazione dell'ottone